Perugia,
nel corso degli ultimi anni, è cambiata profondamente e non sempre
in meglio. Conosce
oggi i problemi caratteristici di una città in crisi: sviluppo
edilizio abnorme, consumo di suolo, congestione urbana, danni al
paesaggio e all'ambiente, difficoltà nei servizi e aumento oltre
misura dei loro costi, fenomeni gravi di criminalità, diffusione
dello spaccio della droga, infiltrazioni della criminalità
organizzata.
Non c'è stata piena consapevolezza di questa trasformazione e non sono stati approntati programmi e progetti adeguati per fronteggiarla. La crisi economica ha gravemente inciso in questa situazione, aggravandola e aggiungendovi l'emergenza sociale e quella del lavoro, che hanno distrutto risorse produttive e prospettive di occupazione dei giovani.
Perugia
presenta oggi livelli di povertà mai raggiunti negli ultimi trenta
anni mentre emergono bisogni primari che restano senza risposta e la
politica appare ai cittadini sempre più lontana, chiusa nei suoi
maneggi: un costo inutile, non una opportunità, con un apparato
burocratico ipertrofico rispetto ai sevizi che fornisce e che è un
freno allo sviluppo.
La
disaffezione dalla politica si allarga e rischia di diventare un'area
maggioritaria tra i cittadini, mentre cresce il bisogno di attenzione
e di azioni di governo che siano eque, corrette, trasparenti e
rispettose della legalità.
La
sfiducia dei cittadini si alimenta anche di errori
dell’amministrazione comunale che potevano essere evitati:
conservatorismo, immobilismo, nessuno scatto per cercare di far
uscire la città dal cono d'ombra nel quale è precipitata. I ritardi
accumulati non rendono facile affrontare questa situazione ma quello
che più preoccupa è il rischio che la politica e l'amministrazione
della cosa pubblica mostrino di non capire e di sottovalutare a
gravità della crisi, che è economica ma anche sociale e morale.
Per
far nascere una nuova volontà politica volta ad affrontare le vere
difficoltà del presente
PERUGIA
dei VALORI
propone
un progetto di governo per Perugia, con il quale e per il quale
chiede la fiducia della gente. Entriamo
nella maggioranza che sostiene la candidatura a sindaco di Wladimiro
Boccali con lo scopo di superare i limiti del passato. Chiederemo
coerenza e rispetto dei programmi elettorali, maggiore contatto e
comunicazione con i cittadini e punteremo con decisione a fermare il
degrado e ad avviare la ripresa culturale, economica e sociale di
Perugia.
I
nostri valori, i nostri obiettivi.
Per
ridurre i distacco dei cittadini dall'amministrazione è necessario
rovesciare il punto di vista tradizionale che vede l'amministrazione
sovraordinata ai cittadine e al più benevolmente disponibile
all'ascolto delle petizioni inoltrate. Il punto di vista che vogliamo
affermare è il cittadino non è né cliente, né utente, ma è il
proprietario del Comune. Ha diritto di sapere quali risorse ha il
Comune, come intende trovarle, dove e come intende utilizzarle perché
i problemi nuovi superano quelli tradizionale e quelli tradizionali
stanno cambiando volto.
Questo
vale in particolare per il problema gravissimo della disoccupazione
giovanile. Per i giovani che non studiano e che non lavorano
occorrono proposte innovative. Tra queste si può pensare ad una
forma di servizio civile per i giovani in questa condizione che
consenta l'introduzione di una forma di “salario minimo” legato
comunque all'erogazione di una prestazione. L'iniziativa potrebbe
essere finanziata attraverso la vendita di parti di patrimonio
pubblico e utile ad attività di pubblico interesse.
I
nuovi livelli di criminalità fanno emergere un nuovo bisogno di
protezione, sia nel centro storico che nelle frazioni e in tutta la
città c'è una zona d'ombra fatta di interessi privati, locazioni in
nero, tratta di esseri umani e spaccio di droga e questo richiede una
nuova qualificazione della polizia locale, che la coordini con gli
altri corpi dello stato preposti alla sicurezza, ne aumenti
la presenza nei quartieri, per un’attività di prevenzione.
Occorre realizzare un censimento della popolazione, incrociando i
dati relativi alle utenze di servizi, per aumentare le capacità di
contrastare il fenomeno degli affitti in nero nel quale si celano
soggetti non registrati che si muovono nell'illegalità. Vogliamo
sapere chi vive nella nostra città per trarne i profitti delle loro
attività illecite.
Cambiamo la politica: da costo a
servizio.
La
politica deve servire al bene comune. Per questo non può limitarsi a
gestire l'esistente ma deve trasformarlo, altrimenti serve sé stessa
e gli interessi delle lobby e delle corporazioni. Il welfare, ad
esempio, che noi vogliamo difendere ed estendere, deve però
diventare consapevole delle nuove povertà, dei nuovi bisogni e dei
diritti diffusi. Questo vuol dire che il costo dei sevizi, che si
avvicina a limiti insopportabili, pone inderogabilmente il problema
della loro qualità e adeguatezza. La nuova sensibilità ambientale,
mettendo a fuoco un altro tema fondamentale che è difronte alle
amministrazioni, richiede la realizzazione di un programma articolato
di risparmio energetico, una politica di risparmio e riuso delle
materie prime che modifica la gestione dei rifiuti e comporta la
necessità di adottare senza indugi la strategia rifiuti zero. L'alta
formazione è in crisi per il crollo del mercato del lavoro,
soprattutto dei giovani, e la ricerca soffre di scarse risorse.
L'Università è incapace, da sola, di uscire dalle sue attuali
difficoltà. L'Università e la città devono integrarsi in un
progetto di significato non solo culturale ma economico e
urbanistico. La sanità non è solo conti in ordine ma qualità delle
prestazioni, le liste d attesa che si allungano, la crescita della
mobilità verso altre regioni. L'invecchiamento della popolazione
richiede che il centro dell'intervento sanitario si sposti
dall'ospedale al territorio per farne una “fabbrica della salute”.
Per questo la sanità non può essere delegata esclusivamente e
completamente alla Regione. La nuova istituzione delle città
metropolitane vede completamente ignorata la realtà dell'Italia
mediana. Sono necessarie politiche di area vasta per le scelte di
infrastrutture, urbanistica, trasporti e servizi indivisibili, che
aprano un serio confronto sullo stesso futuro della dimensione
regionale dell'Umbria.
Il
Comune non può vivere solo di trasferimenti. Serve una nuova
politica delle entrate che valorizzi il patrimonio disponibile e
riveda le concessioni. E' necessaria la riduzione delle imposte
locali, a cominciare dalla tassa sui rifiuti e dalla Tasi, che deve
realizzarsi in un quadro di equità, introducendo criteri di
progressività ed esenzioni e riduzioni per le fasce deboli e quelle
produttive (artigianato e commercio). Gli
introiti sulle prime e seconde case non devono essere oggetto di
spesa corrente. Anche l'addizionale comunale Irpef deve essere
rivista e diminuita rispetto all'attuale 8 per mille (aliquota più
alta consentita dalla normativa nazionale).
C'è
una vasta area di costi improduttivi che occorre eliminare, anche
verificando il rapporto costi benefici dei contratti di servizio in
essere e di quelli in outsourcing e verificando i centri di costo
interni,con una vera spending review applicata alle istituzioni
comunali e alla struttura degli uffici.
Obiettivo
della prossima consiliatura deve essere il riappropriarsi da parte
dei cittadini del controllo diretto della spesa pubblica locale,
restituendo al consiglio comunale il potere di programmazione,
verifica, controllo dell’azione della giunta e del Sindaco. A tale
scopo gli obiettivi devono essere accompagnati da una precisa
individuazione dei costi, del personale assegnato, del dirigente
responsabile e dei tempi di esecuzione, utilizzando le tecniche di
customers satisfaction per conoscere in tempo reale il grado di
bisogno e/o soddisfazione dei cittadini e il feed back per
effettuare le
necessarie correzioni.
Dobbiamo
rovesciare i concetti abusati di trasparenza e partecipazione
diventati uno slogan trasformandoli nella possibilità data ai
cittadini di partecipare
attraverso il controllo della spesa alla
realizzazione di obiettivi di legalità e di lotta alla corruzione,
usando anche lo strumento dei referendum per confrontarsi con loro su
quanto e come è stato realizzato e quello delle consultazioni dei
cittadini in zone interessate da investimenti, trasformazioni
urbanistiche o impianti industriali di forte impatto ambientale.
Serve
una burocrazia leggera, modificando i regolamenti, fissando i tempi
di produzione dei provvedimenti, in modo che il responsabile del
procedimento sia colui che apre il procedimento e lo chiude, unico
referente del cittadino. I dirigenti devono essere designati per le
loro qualità di direzione complessiva e gli assessori devono avere
il potere di indirizzo e controllo, veri delegati del sindaco e non
espressione delle lottizzazioni di partito.
Occorre
una svolta culturale.
Perugia,
città candidata capitale europea della cultura, in questi anni ha
perso molto delle sue attrattive e viene vista come un luogo
pericoloso con una popolazione giovanile alla ricerca dello “sballo”.
L’amministrazione di centrosinistra non è riuscita a trasmettere
una diversa immagine della nostra città. A questo ha contribuito
l'abbandono del centro storico, lo spaccio della droga e la chiusura
di molte realtà produttive e culturali, dal commercio ai cinema. Né
l'Università degli Studi né quella per gli Stranieri non hanno dato
un valido contributo a modificare questa situazione. Una via la
intravvediamo nella valorizzazione della spiritualità dell’uomo di
cui c'è, nella nostra regione, una tradizione sia religiosa che
laica. Pur senza essere una potenza economica di prima grandezza nel
medioevo il nostro territorio era uno dei centri culturali di quel
mondo. Questo era dovuto ai suoi valori spirituali, che hanno fondato
una tradizione che è proseguita fino ad oggi, sia religiosa che
laica. Oggi gli scienziati, interrogandosi rispetto agli enormi
pericoli che sovrastano il pianeta, ci dicono che i valori etici sono
l’unica risposta alla crisi del pianeta, rinnovando una tradizione
mistica e aggiornandola alla realtà contemporanea. Potremmo di nuovo
ritrovare una posizione centrale di protagonismo se la nostra città
(e la nostra regione) divenissero un laboratorio nel quale grandi
scienziati di moderni settori della scienza si confrontano per dare
una nuova base all'etica e alla spiritualità. Il
misticismo umbro
fu straordinariamente innovativo nel periodo storico in cui si
produsse, indipendentemente dalla vastità di questo territorio.
Oggi, divenendo un laboratorio dove scienza e spiritualità si
sostengono reciprocamente, il nostro territorio potrebbe provare a
dare un contributo determinante ad affrontare le grandi sfide imposte
dalle crisi di questo tempo.
Questa
è la nostra proposta. Noi ci crediamo. Tutti sono capaci di
promettere ma per realizzare le promesse occorre una volontà
politica volta al risultato, che rompa vecchi schemi e vecchie
consuetudini.
Per
questo ci candidiamo a governare il Comune di Perugia.
Una
politica di cambiamento si realizza attraverso interventi di settore
e di comparto che la riempono di concretezza. Indichiamo nel seguito
alcuni di questi interventi che appaiono essere tra i più necessari.
Una
delle aree economiche più duramente colpite dalla crisi è quella
del commercio. Per aiutare il settore è necessario offrire
collaborazione alle associazioni di categoria che chiedono una
gestione nuova delle politiche dei saldi, l'eliminazione della tassa
di soggiorno e lo stop alla realizzazione dei grandi centri
commerciali. Le loro banche dati devono diventare parte decisiva
nella definizione delle politiche di sviluppo.
L'apertura
del centro storico alle grandi catene di distribuzione si è
dimostrata fallimentare e crediamo invece che ad essere incentivate
debbano essere realtà che puntino alla tipicità dei prodotti del
territorio, alla qualità e al mantenimento delle grandi tradizioni
artigianali, gastronomiche e produttive del territorio. E' necessario
il regolamento delle sagre perché aumentano i ristoratori che
lamentano difficoltà a competere con eventi che ormai si spalmano su
tutto il periodo dell'anno. E' necessario predisporre un piano di
agevolazioni per favorire l’insediamento di nuove attività
produttive, in particolare nel centro storico, prevedendo
agevolazioni fiscali e tributarie nei primi cinque anni, con
un'attenzione rivolta in particolare ai giovani e alle donne.
Perugia
deve tornare ad essere una città degli studi.
La
crisi dell'Università ha fortemente ridotto il numero degli
studenti. Tuttavia gli studenti fuori sede
contribuiscono ancora in modo determinante all’economia della
città. E' necessario favorire, tutelare e qualificare questa
presenza. Dobbiamo combattere la diffusa abitudine di affittare, a
prezzi esorbitanti, appartamenti spesso fatiscenti e sprovvisti delle
obbligatorie certificazioni di legge, senza che venga stipulato alcun
tipo di contratto, nonostante esista già da qualche anno un modello
di locazione agevolata a ridotto regime fiscale per i locatori
destinato proprio agli studenti. Si deve esercitare un controllo
rigoroso delle condizioni degli appartamenti locati e sulla
regolarità dei contratti stipulati tra proprietari e studenti.
Occorre lavorare ad un piano di attenzione comunale alle esigenze
degli studenti, nell’ottica di un più preciso e fattivo piano di
collaborazione con l’Università. Perugia città degli studi vuol
dire una città organizzata a misura dell'alta formazione, dove le
funzioni della città e dell'Università non siano in conflitto ma
cooperino, senza essere messe al servizio della speculazione
fondiaria ed edilizia, come purtroppo è accaduto molto spesso e di
cui il caso di San Bevignate e quello della iper urbanizzazione della
vecchia sede dell'ospedale sono un pessimo esempio da correggere.
Perugia
ha una tradizione di valore europeo nella mobilità alternativa.
Dall'epoca delle scale mobili, però, molta acqua è passata sotto i
ponti. Uno dei peggiori risultati si è avuto nel tentativo di
utilizzare il treno come trasporto
urbano, inutilmente perseguito in questi anni, senza una piena
ristrutturazione della FCU, orientandola al sistema detto tram-treno.
L'uso del mezzo privato è diventato uno dei più intensi tra le
città italiane di medio-grandi dimensioni. Occorre ripensare a nuove
politiche per disincentivare l'uso del mezzo privato, basate su una
crescita della frequenza del trasporto pubblico, su una nuova rete
urbana integrata con la ferrovia e il minimetrò, agevolando gli
abbonamenti e i biglietti multi corse e diminuendo i prezzi dei
parcheggi.
La
condizione del manto stradale di Perugia presenta elementi che
l'avvicinano ad una città del terzo mondo. Il comune deve superare
il metodo degli interventi spot e la politica delle toppe e definire
un piano poliennale di manutenzione stradale che attui una
manutenzione ordinaria programmata sulla durata della pavimentazione
stessa.
Si
sente riparlare della seconda tratta del Minimetrò. L'esito
disastroso della prima tratta in termini di disavanzo tra costi e
ricavi, che obbliga il comune ad un intervento a ripiano di quasi
otto milioni di euro all'anno, rende impraticabile questa previsione,
che appare semplicemente un aiuto alla rendita immobiliare del
complesso del vecchi ospedale.
A
Perugia ci sono le condizioni perché la città diventi il rimo
capoluogo di rigone a rifiuti zero. Per questo sono necessari alcuni,
possibili, interventi strutturali: la
raccolta differenziata porta a porta deve essere estesa a tutta la
città e servono impianti a valle per il trattamento completo della
frazione umida del rifiuto. E' tramontata l'idea di realizzare un
termo valorizzatore e adesso è necessario che il comune decida di
abbandonare anche la strada della combustione di derivati dei
rifiuti, come il CSS.
Uno
dei beni fondamentali di Perugia e il suo territorio, ricco di valori
storici,architettonici e paesaggistici. Gli insediamenti industriali,
anche quelli dedicati
ad impianti di produzione energetica, hanno un forte impatto su
questi pregi del territorio perugino e quindi devono essere previsti
nel piano regolatore. In ogni caso la loro istituzione deve
coinvolgere i cittadini interessati. Questo nella precedente gestione
non è stato fatto.
La
politica di cementificazione deve essere fermata secondo il principio
del risparmio del territorio. Perugia ha un indice di consumo del
territorio tra i più elevati d'Italia. Esistono ingenti volumi, nel
centro storico e nella periferia, da riutilizzare e recuperare,
fermando lo slabbramento delle periferie di Perugia, che comporta
costi altissimi dei servizi e uso intensivo del mezzo privato.
Occorre puntare
sulla riqualificazione energetica degli edifici comunali e degli
impianti di illuminazione pubblica, per aumentare il risparmio
energetico.
La
civiltà di una città si dimostra dall’attenzione che riserva ai
più deboli. Ad esempio la la città di Perugia, in qualche momento,
appare come un percorso ad ostacoli per i portatori di handicap.
Perugia è una città antica, con evidenti limiti architettonici che
necessariamente devono essere rimossi per evitare che diventino
limiti di accesso per i portatori di handicap. Perugia deve diventare
una città completamente accessibile, per questo chiederemo
realizzare percorsi protetti per consentire ai portatori di handicap
di muoversi liberamente. Va pensata una città a “barriere zero”
attraverso un preciso piano di interventi.
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