domenica 27 aprile 2014

PERUGIA dei VALORI Per la rinascita del capoluogo dell'Umbria


Perugia, nel corso degli ultimi anni, è cambiata profondamente e non sempre in meglio. Conosce oggi i problemi caratteristici di una città in crisi: sviluppo edilizio abnorme, consumo di suolo, congestione urbana, danni al paesaggio e all'ambiente, difficoltà nei servizi e aumento oltre misura dei loro costi, fenomeni gravi di criminalità, diffusione dello spaccio della droga, infiltrazioni della criminalità organizzata.

Non c'è stata piena consapevolezza di questa trasformazione e non sono stati approntati programmi e progetti adeguati per fronteggiarla. La crisi economica ha gravemente inciso in questa situazione, aggravandola e aggiungendovi l'emergenza sociale e quella del lavoro, che hanno distrutto risorse produttive e prospettive di occupazione dei giovani.
Perugia presenta oggi livelli di povertà mai raggiunti negli ultimi trenta anni mentre emergono bisogni primari che restano senza risposta e la politica appare ai cittadini sempre più lontana, chiusa nei suoi maneggi: un costo inutile, non una opportunità, con un apparato burocratico ipertrofico rispetto ai sevizi che fornisce e che è un freno allo sviluppo.
La disaffezione dalla politica si allarga e rischia di diventare un'area maggioritaria tra i cittadini, mentre cresce il bisogno di attenzione e di azioni di governo che siano eque, corrette, trasparenti e rispettose della legalità.

La sfiducia dei cittadini si alimenta anche di errori dell’amministrazione comunale che potevano essere evitati: conservatorismo, immobilismo, nessuno scatto per cercare di far uscire la città dal cono d'ombra nel quale è precipitata. I ritardi accumulati non rendono facile affrontare questa situazione ma quello che più preoccupa è il rischio che la politica e l'amministrazione della cosa pubblica mostrino di non capire e di sottovalutare a gravità della crisi, che è economica ma anche sociale e morale.
Per far nascere una nuova volontà politica volta ad affrontare le vere difficoltà del presente

PERUGIA dei VALORI

propone un progetto di governo per Perugia, con il quale e per il quale chiede la fiducia della gente. Entriamo nella maggioranza che sostiene la candidatura a sindaco di Wladimiro Boccali con lo scopo di superare i limiti del passato. Chiederemo coerenza e rispetto dei programmi elettorali, maggiore contatto e comunicazione con i cittadini e punteremo con decisione a fermare il degrado e ad avviare la ripresa culturale, economica e sociale di Perugia.


I nostri valori, i nostri obiettivi.
Per ridurre i distacco dei cittadini dall'amministrazione è necessario rovesciare il punto di vista tradizionale che vede l'amministrazione sovraordinata ai cittadine e al più benevolmente disponibile all'ascolto delle petizioni inoltrate. Il punto di vista che vogliamo affermare è il cittadino non è né cliente, né utente, ma è il proprietario del Comune. Ha diritto di sapere quali risorse ha il Comune, come intende trovarle, dove e come intende utilizzarle perché i problemi nuovi superano quelli tradizionale e quelli tradizionali stanno cambiando volto.

Questo vale in particolare per il problema gravissimo della disoccupazione giovanile. Per i giovani che non studiano e che non lavorano occorrono proposte innovative. Tra queste si può pensare ad una forma di servizio civile per i giovani in questa condizione che consenta l'introduzione di una forma di “salario minimo” legato comunque all'erogazione di una prestazione. L'iniziativa potrebbe essere finanziata attraverso la vendita di parti di patrimonio pubblico e utile ad attività di pubblico interesse.

I nuovi livelli di criminalità fanno emergere un nuovo bisogno di protezione, sia nel centro storico che nelle frazioni e in tutta la città c'è una zona d'ombra fatta di interessi privati, locazioni in nero, tratta di esseri umani e spaccio di droga e questo richiede una nuova qualificazione della polizia locale, che la coordini con gli altri corpi dello stato preposti alla sicurezza, ne aumenti la presenza nei quartieri, per un’attività di prevenzione. Occorre realizzare un censimento della popolazione, incrociando i dati relativi alle utenze di servizi, per aumentare le capacità di contrastare il fenomeno degli affitti in nero nel quale si celano soggetti non registrati che si muovono nell'illegalità. Vogliamo sapere chi vive nella nostra città per trarne i profitti delle loro attività illecite.

Cambiamo la politica: da costo a servizio.
La politica deve servire al bene comune. Per questo non può limitarsi a gestire l'esistente ma deve trasformarlo, altrimenti serve sé stessa e gli interessi delle lobby e delle corporazioni. Il welfare, ad esempio, che noi vogliamo difendere ed estendere, deve però diventare consapevole delle nuove povertà, dei nuovi bisogni e dei diritti diffusi. Questo vuol dire che il costo dei sevizi, che si avvicina a limiti insopportabili, pone inderogabilmente il problema della loro qualità e adeguatezza. La nuova sensibilità ambientale, mettendo a fuoco un altro tema fondamentale che è difronte alle amministrazioni, richiede la realizzazione di un programma articolato di risparmio energetico, una politica di risparmio e riuso delle materie prime che modifica la gestione dei rifiuti e comporta la necessità di adottare senza indugi la strategia rifiuti zero. L'alta formazione è in crisi per il crollo del mercato del lavoro, soprattutto dei giovani, e la ricerca soffre di scarse risorse. L'Università è incapace, da sola, di uscire dalle sue attuali difficoltà. L'Università e la città devono integrarsi in un progetto di significato non solo culturale ma economico e urbanistico. La sanità non è solo conti in ordine ma qualità delle prestazioni, le liste d attesa che si allungano, la crescita della mobilità verso altre regioni. L'invecchiamento della popolazione richiede che il centro dell'intervento sanitario si sposti dall'ospedale al territorio per farne una “fabbrica della salute”. Per questo la sanità non può essere delegata esclusivamente e completamente alla Regione. La nuova istituzione delle città metropolitane vede completamente ignorata la realtà dell'Italia mediana. Sono necessarie politiche di area vasta per le scelte di infrastrutture, urbanistica, trasporti e servizi indivisibili, che aprano un serio confronto sullo stesso futuro della dimensione regionale dell'Umbria.

Il Comune non può vivere solo di trasferimenti. Serve una nuova politica delle entrate che valorizzi il patrimonio disponibile e riveda le concessioni. E' necessaria la riduzione delle imposte locali, a cominciare dalla tassa sui rifiuti e dalla Tasi, che deve realizzarsi in un quadro di equità, introducendo criteri di progressività ed esenzioni e riduzioni per le fasce deboli e quelle produttive (artigianato e commercio). Gli introiti sulle prime e seconde case non devono essere oggetto di spesa corrente. Anche l'addizionale comunale Irpef deve essere rivista e diminuita rispetto all'attuale 8 per mille (aliquota più alta consentita dalla normativa nazionale).

C'è una vasta area di costi improduttivi che occorre eliminare, anche verificando il rapporto costi benefici dei contratti di servizio in essere e di quelli in outsourcing e verificando i centri di costo interni,con una vera spending review applicata alle istituzioni comunali e alla struttura degli uffici.
Obiettivo della prossima consiliatura deve essere il riappropriarsi da parte dei cittadini del controllo diretto della spesa pubblica locale, restituendo al consiglio comunale il potere di programmazione, verifica, controllo dell’azione della giunta e del Sindaco. A tale scopo gli obiettivi devono essere accompagnati da una precisa individuazione dei costi, del personale assegnato, del dirigente responsabile e dei tempi di esecuzione, utilizzando le tecniche di customers satisfaction per conoscere in tempo reale il grado di bisogno e/o soddisfazione dei cittadini e il feed back per effettuare le necessarie correzioni.

Dobbiamo rovesciare i concetti abusati di trasparenza e partecipazione diventati uno slogan trasformandoli nella possibilità data ai cittadini di partecipare attraverso il controllo della spesa alla realizzazione di obiettivi di legalità e di lotta alla corruzione, usando anche lo strumento dei referendum per confrontarsi con loro su quanto e come è stato realizzato e quello delle consultazioni dei cittadini in zone interessate da investimenti, trasformazioni urbanistiche o impianti industriali di forte impatto ambientale.

Serve una burocrazia leggera, modificando i regolamenti, fissando i tempi di produzione dei provvedimenti, in modo che il responsabile del procedimento sia colui che apre il procedimento e lo chiude, unico referente del cittadino. I dirigenti devono essere designati per le loro qualità di direzione complessiva e gli assessori devono avere il potere di indirizzo e controllo, veri delegati del sindaco e non espressione delle lottizzazioni di partito.

Occorre una svolta culturale.
Perugia, città candidata capitale europea della cultura, in questi anni ha perso molto delle sue attrattive e viene vista come un luogo pericoloso con una popolazione giovanile alla ricerca dello “sballo”. L’amministrazione di centrosinistra non è riuscita a trasmettere una diversa immagine della nostra città. A questo ha contribuito l'abbandono del centro storico, lo spaccio della droga e la chiusura di molte realtà produttive e culturali, dal commercio ai cinema. Né l'Università degli Studi né quella per gli Stranieri non hanno dato un valido contributo a modificare questa situazione. Una via la intravvediamo nella valorizzazione della spiritualità dell’uomo di cui c'è, nella nostra regione, una tradizione sia religiosa che laica. Pur senza essere una potenza economica di prima grandezza nel medioevo il nostro territorio era uno dei centri culturali di quel mondo. Questo era dovuto ai suoi valori spirituali, che hanno fondato una tradizione che è proseguita fino ad oggi, sia religiosa che laica. Oggi gli scienziati, interrogandosi rispetto agli enormi pericoli che sovrastano il pianeta, ci dicono che i valori etici sono l’unica risposta alla crisi del pianeta, rinnovando una tradizione mistica e aggiornandola alla realtà contemporanea. Potremmo di nuovo ritrovare una posizione centrale di protagonismo se la nostra città (e la nostra regione) divenissero un laboratorio nel quale grandi scienziati di moderni settori della scienza si confrontano per dare una nuova base all'etica e alla spiritualità. Il misticismo umbro fu straordinariamente innovativo nel periodo storico in cui si produsse, indipendentemente dalla vastità di questo territorio. Oggi, divenendo un laboratorio dove scienza e spiritualità si sostengono reciprocamente, il nostro territorio potrebbe provare a dare un contributo determinante ad affrontare le grandi sfide imposte dalle crisi di questo tempo.

Questa è la nostra proposta. Noi ci crediamo. Tutti sono capaci di promettere ma per realizzare le promesse occorre una volontà politica volta al risultato, che rompa vecchi schemi e vecchie consuetudini.

Per questo ci candidiamo a governare il Comune di Perugia.

Una politica di cambiamento si realizza attraverso interventi di settore e di comparto che la riempono di concretezza. Indichiamo nel seguito alcuni di questi interventi che appaiono essere tra i più necessari.

Una delle aree economiche più duramente colpite dalla crisi è quella del commercio. Per aiutare il settore è necessario offrire collaborazione alle associazioni di categoria che chiedono una gestione nuova delle politiche dei saldi, l'eliminazione della tassa di soggiorno e lo stop alla realizzazione dei grandi centri commerciali. Le loro banche dati devono diventare parte decisiva nella definizione delle politiche di sviluppo.

L'apertura del centro storico alle grandi catene di distribuzione si è dimostrata fallimentare e crediamo invece che ad essere incentivate debbano essere realtà che puntino alla tipicità dei prodotti del territorio, alla qualità e al mantenimento delle grandi tradizioni artigianali, gastronomiche e produttive del territorio. E' necessario il regolamento delle sagre perché aumentano i ristoratori che lamentano difficoltà a competere con eventi che ormai si spalmano su tutto il periodo dell'anno. E' necessario predisporre un piano di agevolazioni per favorire l’insediamento di nuove attività produttive, in particolare nel centro storico, prevedendo agevolazioni fiscali e tributarie nei primi cinque anni, con un'attenzione rivolta in particolare ai giovani e alle donne.

Perugia deve tornare ad essere una città degli studi. La crisi dell'Università ha fortemente ridotto il numero degli studenti. Tuttavia gli studenti fuori sede contribuiscono ancora in modo determinante all’economia della città. E' necessario favorire, tutelare e qualificare questa presenza. Dobbiamo combattere la diffusa abitudine di affittare, a prezzi esorbitanti, appartamenti spesso fatiscenti e sprovvisti delle obbligatorie certificazioni di legge, senza che venga stipulato alcun tipo di contratto, nonostante esista già da qualche anno un modello di locazione agevolata a ridotto regime fiscale per i locatori destinato proprio agli studenti. Si deve esercitare un controllo rigoroso delle condizioni degli appartamenti locati e sulla regolarità dei contratti stipulati tra proprietari e studenti. Occorre lavorare ad un piano di attenzione comunale alle esigenze degli studenti, nell’ottica di un più preciso e fattivo piano di collaborazione con l’Università. Perugia città degli studi vuol dire una città organizzata a misura dell'alta formazione, dove le funzioni della città e dell'Università non siano in conflitto ma cooperino, senza essere messe al servizio della speculazione fondiaria ed edilizia, come purtroppo è accaduto molto spesso e di cui il caso di San Bevignate e quello della iper urbanizzazione della vecchia sede dell'ospedale sono un pessimo esempio da correggere.

Perugia ha una tradizione di valore europeo nella mobilità alternativa. Dall'epoca delle scale mobili, però, molta acqua è passata sotto i ponti. Uno dei peggiori risultati si è avuto nel tentativo di utilizzare il treno come trasporto urbano, inutilmente perseguito in questi anni, senza una piena ristrutturazione della FCU, orientandola al sistema detto tram-treno. L'uso del mezzo privato è diventato uno dei più intensi tra le città italiane di medio-grandi dimensioni. Occorre ripensare a nuove politiche per disincentivare l'uso del mezzo privato, basate su una crescita della frequenza del trasporto pubblico, su una nuova rete urbana integrata con la ferrovia e il minimetrò, agevolando gli abbonamenti e i biglietti multi corse e diminuendo i prezzi dei parcheggi.

La condizione del manto stradale di Perugia presenta elementi che l'avvicinano ad una città del terzo mondo. Il comune deve superare il metodo degli interventi spot e la politica delle toppe e definire un piano poliennale di manutenzione stradale che attui una manutenzione ordinaria programmata sulla durata della pavimentazione stessa.
Si sente riparlare della seconda tratta del Minimetrò. L'esito disastroso della prima tratta in termini di disavanzo tra costi e ricavi, che obbliga il comune ad un intervento a ripiano di quasi otto milioni di euro all'anno, rende impraticabile questa previsione, che appare semplicemente un aiuto alla rendita immobiliare del complesso del vecchi ospedale.

A Perugia ci sono le condizioni perché la città diventi il rimo capoluogo di rigone a rifiuti zero. Per questo sono necessari alcuni, possibili, interventi strutturali: la raccolta differenziata porta a porta deve essere estesa a tutta la città e servono impianti a valle per il trattamento completo della frazione umida del rifiuto. E' tramontata l'idea di realizzare un termo valorizzatore e adesso è necessario che il comune decida di abbandonare anche la strada della combustione di derivati dei rifiuti, come il CSS.

Uno dei beni fondamentali di Perugia e il suo territorio, ricco di valori storici,architettonici e paesaggistici. Gli insediamenti industriali, anche quelli dedicati ad impianti di produzione energetica, hanno un forte impatto su questi pregi del territorio perugino e quindi devono essere previsti nel piano regolatore. In ogni caso la loro istituzione deve coinvolgere i cittadini interessati. Questo nella precedente gestione non è stato fatto.

La politica di cementificazione deve essere fermata secondo il principio del risparmio del territorio. Perugia ha un indice di consumo del territorio tra i più elevati d'Italia. Esistono ingenti volumi, nel centro storico e nella periferia, da riutilizzare e recuperare, fermando lo slabbramento delle periferie di Perugia, che comporta costi altissimi dei servizi e uso intensivo del mezzo privato. Occorre puntare sulla riqualificazione energetica degli edifici comunali e degli impianti di illuminazione pubblica, per aumentare il risparmio energetico.
La civiltà di una città si dimostra dall’attenzione che riserva ai più deboli. Ad esempio la la città di Perugia, in qualche momento, appare come un percorso ad ostacoli per i portatori di handicap. Perugia è una città antica, con evidenti limiti architettonici che necessariamente devono essere rimossi per evitare che diventino limiti di accesso per i portatori di handicap. Perugia deve diventare una città completamente accessibile, per questo chiederemo realizzare percorsi protetti per consentire ai portatori di handicap di muoversi liberamente. Va pensata una città a “barriere zero” attraverso un preciso piano di interventi.



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