domenica 4 maggio 2014

VOGLIAMO TORNARE AD ESSER CITTADINI?


ESISTE UN MODO DIVERSO DI ESSERE CITTADINO!

Parlare oggi di cosa è il comune e quale sia la sua prospettiva nel prossimo quinquennio non è cosa facile.
Si avverte sfiducia per la politica e per gli uomini che la interpretano, rabbia per aver scoperto cosa veramente si nascondeva dietro il fumo delle parole, la sfiducia per la convinzione che nulla possa cambiare, il sapore amaro di essere inermi di fronte al POTERE ed alle varie forme di questo, burocrazia, economia, lobby etc.
Una radicata convinzione che le cose che interessano si possono ottenere solo con l’ossequio come se ci si convincesse che solo una forma di sudditanza consente di sopravvivere.
Questo è ciò che si avverte aggravato da una manchevolezza di servizi pubblici, generalmente estesa  e che non viene compensata da qualche punta di eccellenza, e dal non equilibrio fra le tasse pagate ed i servizi resi, servizi i cui disavanzi di esercizio sono in preoccupante ascesa. Chi li pagherà?
Si rovescia in sostanza nella competizione elettorale locale quel desiderio forte ed urlato del tutti a casa che canalizzato in un movimento nazionale raggiunge oggi livelli degni di attenzione e che non va sottovalutato definendolo populismo e basta.
Per sintetizzare quindi una proposta politica per l’amministrazione della città che esca dal solo urlare deve.tenere conto:
Profilo sociale
-          Crollo del lavoro, crisi di povertà;
-          Crisi di identità delle persone, disagio per il futuro delle generazioni
-          Pericolo di vulnerabilità e vendita delle coscienze.
Profilo politico
-          Sfiducia nella politica e/o nel “ uomo politico “;
-          Paura o difficoltà nell’interpretazione del diverso;
-          Difesa conseguente della propria situazione personale,  familiare o della corporazione di appartenenza;
Bisogni
-          Rete di protezione sociale e sanitaria;
-          Rilancio e sviluppo dell’ambiente esterno;
-          Necessità di proposte chiare e comprensibili;
-          Rinuncia alla democrazia delegata e d esercizio di democrazia diretta.
Ulteriori generali difficoltà:
-          Cambiamento istituzionale nazionale in corso ( Delrio ) con conseguente conflitti localistici;
-          Ulteriori diminuzione di trasferimenti nazionali, quindi anche regionali, all’ente locale;
-          Incremento conseguente della pressione fiscale locale e delle tariffe;
-          Burocrazia nazionale e locale da riformare nei contenuti e nella attività.
-          Difficoltà al recupero di identità etica
Da dove allora deve nascere un proposta politico-amministrativa? E’ ancora accettabile con i tempi presenti e futuri presentare un programma politico universale e che dia una promessa di cambiamento su tutti i temi della polis (anche se il fare al futuro “ faremo “ ormai sa di passato) ?
Come sempre è accaduto, avuto il consenso  da parte dei cittadini, l’eletto gestisce la risorsa economica nella assoluta libertà ed in assenza di ogni controllo da parte di chi l’ha eletto.  Ed è in questa assoluta libertà di gestione il nodo di ogni riforma, il luogo oscuro in cui si annida clientela, corruzione, sistema di appalti e di potere.

La ricerca e l’uso della risorsa economica è la madre di tutte le battaglie. Il cittadino non è né cliente, né utente: ma è il proprietario dell’ente. Quindi ha diritto di sapere quali risorse ha l’ente, come intende procacciarle, dove e come intende utilizzarle.
MA COME?

Nessun commento:

Posta un commento