giovedì 15 maggio 2014

Questo articolo è stato inviato alle redazioni dei giornali locali


Gentile Direttore, Le invio la presente con invito di pubblicazione, se lo riterrà opportuno, allo scopo di gettare un sasso in questa “ normale “ campagna elettorale fra affabulatori di professione ed affaristi sottobanco.
Manca infatti il convitato di pietra con il quale nei prossimi cinque anni si dovrà in ogni caso fare i conti. Mi riferisco al prelievo della risorsa economica per il comune, dell’uso che se ne farà, di chi controlla cosa e del rapporto cittadino – comune e di chi alla fine è l’effettivo responsabile di fronte al cittadino.

Mi rafforzano in questo convincimento, maturato in anni di attività, due ultimi eventi: il primo riferito all’Expò che conferma se ve ne era ancora bisogno come libertà nell’uso del danaro senza controlli preventivi e verifiche in corso di gestione è il nodo di ogni riforma, il luogo oscuro in cui si annida clientela, corruzione, sistema di appalti e di potere; il secondo derivante dai dati Istat sulla finanza locale e sul prelievo locale che conferma l’inarrestabile trend del 170% in più negli ultimi dieci anni e del + 10,9% nell’ultimo anno, per l’Istat il 2012,  il che vuol dire per l’Umbria un valore pro capite di € 936 di cui 655 per entrate tributarie. Ora se teniamo conto che il governo nazionale per fronteggiare welfare, debito pubblico, investimenti e rilancio occupazione e quant’altro deve inevitabilmente rastrellare risorse, la tendenza dei prossimi cinque anni non può che essere esponenziale. Arriveremo a € 1154 pro capite, a 3500 euro l’anno a famiglia media di tre persone?

La democrazia di fatto negli anni sempre più delegata agli eletti ha funzionato fino a quando la quantità delle risorse in circolazione ha consentito due livelli di soddisfazione, quello individuale e quello partitico.  La crisi economica ha invero generato rabbia, rifiuto, forse anche fra coloro che negli anni il sistema hanno appoggiato e ne hanno individualmente beneficiato per la considerazione che quel beneficio non è più ripetibile per le proprie giovani generazioni.
Occorre quindi modificare le regole del gioco restituendo ai cittadini quello che è loro ovvero il controllo e la verifica del prelievo della risorsa e dell’uso che se ne fa. Per paradosso si può affermare che dovrebbe essere questo l’oggetto della campagna elettorale e non solo i meri, molto meri, programmi di partiti destinati inevitabilmente a scontrarsi poi con la limitatezza delle risorse.

Sul come non c’è molto da dilungarsi, non servono leggi nazionali né renziani convinti o convertiti dell’ultima ora, è sufficiente l’utilizzo della tanto conclamata autonomia locale con l’esercizio della propria potestà regolamentare.
Poche regole, non di mero principio come è solito, ma redatte in modo puntuale e chiaro; alcuni semplici esempi : definizione del programma di governo – che non è quello elettorale – a fronte di entrate certe e non presunte;  suddivisione delle risorse disponibili in linee di attività definite in tempi certi e risultato concreto, assegnazione contestuale al dirigente, che è opportuno ricordare come  l’unico nel comune che abbia capacità di gestione nell’ambito di quanto assegnato, compito allo stesso dato di illustrare in orario di maggiore ascolto via tv, internet od altro il work progress del proprio programma, le spese effettuate, i contratti stipulati, le difficoltà incontrate e la pubblicazione delle fatture inerenti quella linea di attività; ultimata questa, operazioni di customers satisfaction fra i cittadini interessati alla attività per la reale verifica dell’efficacia, le cui risultanze sono da utilizzare sia per un eventuale aggiustamento degli obiettivi, ma soprattutto per la valutazione annuale del dirigente da non lasciare  solo a chi tra l’altro l’ha anche nominato.  

Le conseguenze: maggiore valenza della professionalità del dirigente chiamato a confrontarsi con i cittadini e meno vincoli rispetto all’assessore di riferimento; necessità del dirigente di qualificare il personale a propria direzione e di gestirlo in conseguenza, come afferma la legge mai o scarsamente applicata, con i poteri del datore di lavoro privato e non con altri …. poteri;  attenzione e conseguente valorizzazione del merito dei dipendenti, minore possibilità di interessi privati, più economicità ed efficienza nella gestione soprattutto se nella gestione dei servizi in economia diretta venga applicata a fianco della contabilità pubblica non come oggi la contabilità generale, ma la contabilità analitica.
Vale la pena di ricordare, sempre con i dati Istat 2012 che in Umbria, il 29% della spesa corrente dei comuni va in personale e il 54% in beni e servizi, quindi un “ malloppo “ consistente? E che i tributi locali concorrono al 61% delle entrate correnti?

Quante le economie deducibili? Quante risorse da destinare ad altre necessità? Quante dirottabili in lavori pubblici che consentano occasioni di lavoro e di occupazione?
Ma altra conseguenza di cui si potrebbe parlare a lungo è una coerente modifica della figura dell’assessore, quello delegato per intenderci, il cui ruolo nel corso degli anni a seguito di accordi pre elettorali ha assunto ruolo e funzioni non sempre corrispondenti al dettato normativo; quella del sindaco come tutore della qualità di vita quotidiana dei cittadini e da intendersi non più  deus ex machina  ma come  un eletto …. dai cittadini …..  per essere attento interlocutore dei comuni limitrofi e degli enti e degli interessi che interagiscono sul territorio, da quello economici a quelli istituzionali, lo Stato, la regione, le Aziende sanitarie, le società di servizi pubblici e come colui tenuto, periodicamente, a riferire pubblicamente  ed a fronte della stampa e della associazioni dei cittadini sullo stato del territorio che gli è stato affidato .
E’ che dire di una consultazione della cittadinanza a metà legislatura per la verifica del programma di governo e per meglio conoscere direttamente se sono mutate condizioni, bisogni, necessità?  E della consultazione dei cittadini in zone interessate da investimenti, trasformazioni urbanistiche o impianti di forte impatto ambientale?

Si potrebbe continuare ……..  Ovviamente mi attendo che qualcuno dei candidati che va per la maggiore esprima il suo pensiero in merito, pensiero che non assomigli a quello del Pangloss di Voltaire.
            Grato per l’attenzione                    Enrico Gaetano
Candidato in Perugia dei Valori

P.S.  Non ignoro che da dieci anni a questa parte la legislazione ha insistito sulla necessità dei controlli interni nei comuni, del controllo di gestione, di quello strategico etc, ma a parte che delle risultanze di questi controllo quasi tutti formali  e a consuntivo il cittadino “ normale “ non ne sa nulla, qualcosa non deve aver funzionato se recentemente le sezioni regionali della corte dei conti sono state chiamate a verificare la funzionalità dei controlli interni nonché la legittimità e la regolarità delle gestioni dei comuni italiani.

martedì 6 maggio 2014

SE LA CANTANO E SE LA SUONANO


SE LA CANTANO E SE LA SUONANO.
Continuiamo il discorso aperto nei precedenti post:
-          Lettera al cittadino elettore.
-          Esiste un modo diverso di essere cittadino.
Perché adesso il post ha questo titolo cerchiamo di capirlo insieme.
Il Comune, anche altri enti, ma qui parliamo del Comune, è disciplinato da un decreto legislativo dell’anno 2000 composto da 275 articoli più qualche articolo bis e ter. Questa normativa  ha subito negli anni e fino ad oggi ( decreto legge del 24 aprile ) una serie continua di modifiche che sostanzialmente hanno introdotto controlli, verifiche, ed altri principi roboanti in cui l’elemento base è sempre comunque  il principio di legittimità.
Ora ognuno sa che il principio di legittimità governa l’attività pubblica dal tempo dei tempi, ma che esso proprio per il suo carattere astratto e formale non ha mai impedito sprechi, corruzione ed una altra dozzina di reati che nel codice penale sono descritti alla voce delitti contro la pubblica amministrazione.
Ovviamente ogni tanto nella legge compaiono  parole come verifica di efficienza, verifica di risultati, di programmi etc. ma in sostanza tutto si risolve in una serie di soggetti che devono controllare tutto, si controllano fra loro ed alla fine non si controlla più niente tanto che lo stesso legislatore se ne è reso conto ed ha dovuto modificare l’art. 148 della legge a far data dal 13.03.2014 dando il compito alla corte dei conti di verificare, con cadenza semestrale,  il funzionamento dei controlli interni dei comuni. , nonché la legittimità e la regolarità delle  gestioni.
Caro elettore, capisci da solo che il sistema attuale finalizzato all'interno non funziona e tra l’altro assume anche aspetti comici se non  schizofrenici; ad esempio: la legislazione attuale sui comuni affida ai  segretari comunali una serie di incarichi tutti relativi ai controlli interni e per ultimo addirittura funzioni relative alla lotta contro la corruzione nella pubblica amministrazione e ……….. nella riforma della P.A. di cui alla attuale proposta governativa sottoposta a consultazione on line che viene proposto?  l’abolizione della figura del segretario comunale!

Torniamo a noi. Abbiamo detto: se la cantano e se la suonano.
Delle risultanze di questi controlli, di cui  il 90% riferiti a consuntivo di gestione e non durante, abbiamo mai avuto completezza di informazione?  Qualche gossip, qualche diceria, qualche titolo ad effetto sui giornali locali e poi? Insomma tutta attività sempre interna all’ente e per gli addetti ai lavori.
Questo mi ricorda tanto il sonetto di Trilussa, recentemente citato da Scalfari su Repubblica. Due re si incontrano su una nave con grande festa di popolo: uno fa all’altro:
-Stai bene? - Grazzie. E te? e la Reggina? - Allatta.- E er Principino? - Succhia.
- E er popolo? - Se gratta. - E er resto? - Va da sé...
- Benissimo! - Benone! La Patria sta stranquilla; annamo a colazzione... -
 E er popolo lontano, rimasto su la riva, magna le nocchie e strilla:
- Evviva, evviva, evviva... -E guarda la fregata sur mare che sfavilla

Ma il popolo dei contribuenti non vuole più rimanere sulla riva.  Due righe dell’art.162 con riferimento al bilancio annuale dei comuni dicono che “ Gli   enti   assicurano ( bontà loro )  ai  cittadini ……  la conoscenza dei contenuti significativi  e  caratteristici  del  bilancio  annuale  e  dei suoi allegati con le modalità previste dallo statuto e dai regolamenti. “
ECCO LA CHIAVE! Sono lo statuto ed i regolamenti che consentono l’accesso del cittadino ai dati, alla conoscenza e conoscere significa  verificare, …… controllare, ……… giudicare.
E chi approva e/ o modifica lo statuto ed i regolamenti per consentire verifica, controllo e giudizio dei cittadini? Il consiglio comunale e la giunta comunale.  Cioè sempre quelli che noi andiamo ad eleggere.
Da qui la proposta di governo di Perugia dei Valori e le sue  quattro regolette.

domenica 4 maggio 2014

VOGLIAMO TORNARE AD ESSER CITTADINI?


ESISTE UN MODO DIVERSO DI ESSERE CITTADINO!

Parlare oggi di cosa è il comune e quale sia la sua prospettiva nel prossimo quinquennio non è cosa facile.
Si avverte sfiducia per la politica e per gli uomini che la interpretano, rabbia per aver scoperto cosa veramente si nascondeva dietro il fumo delle parole, la sfiducia per la convinzione che nulla possa cambiare, il sapore amaro di essere inermi di fronte al POTERE ed alle varie forme di questo, burocrazia, economia, lobby etc.
Una radicata convinzione che le cose che interessano si possono ottenere solo con l’ossequio come se ci si convincesse che solo una forma di sudditanza consente di sopravvivere.
Questo è ciò che si avverte aggravato da una manchevolezza di servizi pubblici, generalmente estesa  e che non viene compensata da qualche punta di eccellenza, e dal non equilibrio fra le tasse pagate ed i servizi resi, servizi i cui disavanzi di esercizio sono in preoccupante ascesa. Chi li pagherà?
Si rovescia in sostanza nella competizione elettorale locale quel desiderio forte ed urlato del tutti a casa che canalizzato in un movimento nazionale raggiunge oggi livelli degni di attenzione e che non va sottovalutato definendolo populismo e basta.
Per sintetizzare quindi una proposta politica per l’amministrazione della città che esca dal solo urlare deve.tenere conto:
Profilo sociale
-          Crollo del lavoro, crisi di povertà;
-          Crisi di identità delle persone, disagio per il futuro delle generazioni
-          Pericolo di vulnerabilità e vendita delle coscienze.
Profilo politico
-          Sfiducia nella politica e/o nel “ uomo politico “;
-          Paura o difficoltà nell’interpretazione del diverso;
-          Difesa conseguente della propria situazione personale,  familiare o della corporazione di appartenenza;
Bisogni
-          Rete di protezione sociale e sanitaria;
-          Rilancio e sviluppo dell’ambiente esterno;
-          Necessità di proposte chiare e comprensibili;
-          Rinuncia alla democrazia delegata e d esercizio di democrazia diretta.
Ulteriori generali difficoltà:
-          Cambiamento istituzionale nazionale in corso ( Delrio ) con conseguente conflitti localistici;
-          Ulteriori diminuzione di trasferimenti nazionali, quindi anche regionali, all’ente locale;
-          Incremento conseguente della pressione fiscale locale e delle tariffe;
-          Burocrazia nazionale e locale da riformare nei contenuti e nella attività.
-          Difficoltà al recupero di identità etica
Da dove allora deve nascere un proposta politico-amministrativa? E’ ancora accettabile con i tempi presenti e futuri presentare un programma politico universale e che dia una promessa di cambiamento su tutti i temi della polis (anche se il fare al futuro “ faremo “ ormai sa di passato) ?
Come sempre è accaduto, avuto il consenso  da parte dei cittadini, l’eletto gestisce la risorsa economica nella assoluta libertà ed in assenza di ogni controllo da parte di chi l’ha eletto.  Ed è in questa assoluta libertà di gestione il nodo di ogni riforma, il luogo oscuro in cui si annida clientela, corruzione, sistema di appalti e di potere.

La ricerca e l’uso della risorsa economica è la madre di tutte le battaglie. Il cittadino non è né cliente, né utente: ma è il proprietario dell’ente. Quindi ha diritto di sapere quali risorse ha l’ente, come intende procacciarle, dove e come intende utilizzarle.
MA COME?

venerdì 2 maggio 2014

Lettera al cittadino elettore.

Pubblico la lettera che illustra per sintesi la mia proposta e che la lista Perugia dei Valori ha inserito nel programma elettorale. Approfondimenti su questo blog. Se ritieni la proposta interessante falla circolare; la riforma della nostra Nazione nasce anche dalle piccole o grandi riforme delle amministrazioni comunali. E la più grande delle riforme è sempre stata e sarà conoscere!
-----------------------\
Sono  un candidato al consiglio comunale, uno dei tanti.
Mi chiamo Enrico GAETANO ed abito a Ponte Valleceppi da nove anni e sono in Umbria da 28 anni.
Mia moglie ed i miei figli sono umbri doc.
Ho operato per anni nelle amministrazioni pubbliche con molte esperienze gestionali locali e a carattere nazionale nel campo dei servizi pubblici, trasporto pubblico, farmacie pubbliche, rifiuti e quindi conosco il SISTEMA di gestione dei comuni e dei servizi locali, nelle sue componenti politiche, amministrative, burocratiche.
Ho ritenuto di partecipare  a questa campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale e per l’elezione del sindaco di Perugia per essermi trovato in sintonia, dopo anni, con altre persone con le quali  si è composta la lista.
Sono stanco, credo come Voi, di leggere ed ascoltare, come ad ogni elezione,  programmi universali conditi con i famosi “ faremo, faremo “ “; di amministratori che ogni anno ripetono la solita litania sui tagli dei trasferimenti statali ai comuni come l’unica causa della diminuzione o mancata  fornitura di servizi e che invece la utilizzano come alibi per applicare anche al massimo imposte locali e addizionali sulle tariffe di luce, gas ed altri balzelli.
Di promesse continue di modifica alla burocrazia, effettuata  poi con piccoli aggiustamenti che non cambiano la sostanza delle cose visto che sulla pubblica amministrazione questa politica ha tratto per anni la propria forza.
Non sopporto la politica fatta di promesse di piccoli favori approfittando delle necessità e dei bisogni individuali in cambio del silenzio su altri e più grandi favori nella gestione del territorio, o peggio l’abuso delle parole come trasparenza, partecipazione, parole che più nulla oggi dicono e tutto possono nascondere.
In realtà, ed è ora di affermarlo con forza, eleggere un consigliere comunale e un  sindaco non fa di loro per cinque anni i padroni del mondo. E’  invece questo il momento di dirlo con forza, SIAMO NOI  CITTADINI   I VERI PROPRIETARI DEL COMUNE.
La logica attuale è: mi hai votato, quindi io sono libero adesso di governare e fra cinque anni se ne parla, salvo amicizie, sezioni di partito, accordi sottobanco che non si devono conoscere etc.. etc.

Ma se noi cittadini, nel pieno rispetto delle regole democratiche, ci riprendiamo il controllo di come si forma l’entrata e di come questa viene spesa il rapporto cittadini – eletti si rovescia completamente. Basta pensare cosa significa conoscere  quali siano le effettive risorse finanziarie del comune, da dove pervengano e chi è chiamato a pagare,  come e dove si intendono utilizzare, chi le utilizza, chi è obbligato a dare il rendiconto ai cittadini di come sta operando, chi è il responsabile vero di fronte alla comunità.
La risorsa finanziaria non è illimitata; obbliga a scelte precise, sicurezza? – manutenzione stradale? deve andare a finanziare quindi  programmi certi, preventivamente definiti e non estemporanei nel corso dell’anno tipo un po’ a te ed un po’ a me; quelli e non altri, con obiettivi concreti e temporalizzati, con una verifica continua sull’esecuzione
COME?  Senza bisogno di leggi nazionali, essendo sufficiente per applicare principi che rovesciano il rapporto fra cittadini ed il proprio comune quattro regolette da votarsi secondo la competenza dai consiglieri comunali e soprattutto da un sindaco, oltre gli assessori che sceglierà, cioè proprio da coloro che siamo oggi chiamati ad eleggere. Se potendolo fare fino ad oggi, non è stato ancora fatto un motivo ci sarà.
Programma della lista, discussioni, approfondimenti sulle quattro regolette, su queste ed altri principi, sulle conseguenze  che ne possono derivare dalla applicazione, sul blog www.enricogaetano.blogspot.it ovvero sulla email gaetanoenrico@tin.it con ampia disponibilità a partecipare ad incontri con Voi per discutere, confrontarci.
Questo è stato il mio contributo che come i pregevoli contributi degli altri candidati ha concorso alla formazione del programma della lista in cui sono candidato Perugia dei valori.
      Grazie dell’attenzione.
                                                           Enrico Gaetano

lunedì 28 aprile 2014

Biografia

Roma il 26 aprile 1945.
Liceo classico E.Q.Visconti di Roma
Università La Sapienza di Roma, facoltà di giurisprudenza, anno accademico 1967/1968 tesi di laurea " La divisione dei poteri " prof. Sergio Cotta, voto di laurea 110.
Master sulla legge comunale e provinciale e sulla finanza e contabilità dei comuni presso Università Pro Deo di Roma ( successivamente LUISS );
Segretario comunale in comuni delle regioni Piemonte, Lazio, Umbria.
Ultima sede di servizio Assisi.
Qualifica posseduta: segretario generale A
Dal 1998 al 2002 vice direttore generale della Agenzia Nazionale Segretari Comunali e Provinciali, con ampia delega in personale, organizzazione, regolamenti, rapporti sindacali.
Contestuale incarico di Responsabile Finanziario Centrale dell'Agenzia con responsabilità diretta ed esclusiva della entrata e della spesa,  nonché della tenuta del bilancio in contabilità analitica.
Tra  le esperienze negli anni:
Commissario amministratore di Azienda municipalizzata mista trasporto urbano, raccolta rifiuti, farmacia comunale dal 1974 al 1998.
Componente del Consiglio generale CISPEL . Confederazione Italiana Servizi Pubblici Enti Locali - ( confluendo in questa Federgasacqua, la Fiamclaf, la Federambiente, la Federtrasporti ) ed all'interno della confederazione designato componente della commissione studi della Federambiente - associazione della aziende municipali italiane di raccolta e smaltimento rifiuti.
Componente di commissione speciale del Comune di Roma per la trasformazione del servizio di nettezza urbana in azienda municipalizzata - oggi AMA -.
Presidente di commissioni di gara e di concorso.








domenica 27 aprile 2014

PERUGIA dei VALORI Per la rinascita del capoluogo dell'Umbria


Perugia, nel corso degli ultimi anni, è cambiata profondamente e non sempre in meglio. Conosce oggi i problemi caratteristici di una città in crisi: sviluppo edilizio abnorme, consumo di suolo, congestione urbana, danni al paesaggio e all'ambiente, difficoltà nei servizi e aumento oltre misura dei loro costi, fenomeni gravi di criminalità, diffusione dello spaccio della droga, infiltrazioni della criminalità organizzata.

Non c'è stata piena consapevolezza di questa trasformazione e non sono stati approntati programmi e progetti adeguati per fronteggiarla. La crisi economica ha gravemente inciso in questa situazione, aggravandola e aggiungendovi l'emergenza sociale e quella del lavoro, che hanno distrutto risorse produttive e prospettive di occupazione dei giovani.
Perugia presenta oggi livelli di povertà mai raggiunti negli ultimi trenta anni mentre emergono bisogni primari che restano senza risposta e la politica appare ai cittadini sempre più lontana, chiusa nei suoi maneggi: un costo inutile, non una opportunità, con un apparato burocratico ipertrofico rispetto ai sevizi che fornisce e che è un freno allo sviluppo.
La disaffezione dalla politica si allarga e rischia di diventare un'area maggioritaria tra i cittadini, mentre cresce il bisogno di attenzione e di azioni di governo che siano eque, corrette, trasparenti e rispettose della legalità.

La sfiducia dei cittadini si alimenta anche di errori dell’amministrazione comunale che potevano essere evitati: conservatorismo, immobilismo, nessuno scatto per cercare di far uscire la città dal cono d'ombra nel quale è precipitata. I ritardi accumulati non rendono facile affrontare questa situazione ma quello che più preoccupa è il rischio che la politica e l'amministrazione della cosa pubblica mostrino di non capire e di sottovalutare a gravità della crisi, che è economica ma anche sociale e morale.
Per far nascere una nuova volontà politica volta ad affrontare le vere difficoltà del presente

PERUGIA dei VALORI

propone un progetto di governo per Perugia, con il quale e per il quale chiede la fiducia della gente. Entriamo nella maggioranza che sostiene la candidatura a sindaco di Wladimiro Boccali con lo scopo di superare i limiti del passato. Chiederemo coerenza e rispetto dei programmi elettorali, maggiore contatto e comunicazione con i cittadini e punteremo con decisione a fermare il degrado e ad avviare la ripresa culturale, economica e sociale di Perugia.

Perugia dei Valori, presentata la lista: “Saremo i guardiani del programma Boccali”


Presentata questa mattina nella sala partecipazione del Consiglio regionale dell'Umbria la lista Perugia dei Valori. Trentadue nomi che rappresentano pezzi importanti della comunità. Giovani, donne, studenti, operai, pensionati, imprenditori, impiegati che hanno deciso di non stare a guardare e di impegnarsi in prima persona per migliorare la propria comunità. “Questa lista è un atto di amore nei confronti della città” spiega il commissario Idv per l'Umbria, Nino Pipitone. 
La conferenza stampa è stata presentata da Franco Granocchia, storico portavoce dei comitati e attuale capogruppo Idv alla Provincia di Perugia. Granocchia ha spiegato i punti qualificanti del programma tra cui la proposta di pensare ad una forma di servizio civile per i giovani che non studiano e non lavorano, che consenta l'introduzione di una forma di “salario minimo” legato comunque all'erogazione di una prestazione. L'iniziativa potrebbe essere finanziata attraverso la vendita di parti di patrimonio pubblico e utile ad attività di pubblico interesse. 
Abolizione della tassa di soggiorno, per dare respiro all'economia turistica e maggior attenzione ai bisogni dei commercianti, con particolare riguardo all'imprenditoria femminile e dei giovani. E poi, come ben illustrato nel programma, una politica che deve servire al bene comune e una burocrazia leggera, sicurezza e legalità, politica da costo a servizio, cultura al centro, sostegno ai più deboli, studenti e Università, strade e mobilità, ambiente e territorio. Poi Granocchia si sofferma sul ruolo della lista nella coalizione e nel sostegno alla candidatura di Wladimiro Boccali: “Saremo lo spirito critico, le guardie a difesa del programma elettorale. Sappiamo quali sono gli errori che sono stati commessi e porteremo il nostro contributo per il bene dei cittadini”.